
Gli Shunyata sono un gruppo Post-Metal olandese dai tratti Stoner e una vena leggermente psichedelica.
Il gruppo è formato da Kris Devéria e Thanos Fotiadis alle chitarre, Rens de Boer al basso e Bart Groot alle batterie ed effetti audio. Il loro primo lavoro "Enso" si apre con la magnetica "Mind of a Man" che riesce a far capire all'ascoltare sin da subito le intenzioni del gruppo. Atmosfere cupe, sofferte, cariche e dense di texture che richiamano i Russian Circles.
"Life of Nature" comincia portandosi dietro parte delle sensazione precedenti fino a quando un bridge di basso ci porta verso un atmosfera a tratti psichedelica.
Le influenze dei Mogwai sono evidenti, senza tuttavia prendere più del dovuto ma anzi, aggiungendo una componente più metal senza mai risultare banale o scontata.
I riff sono consistenti, granitici e potenti, tipici di uno Stoner che evidentemente è parte del DNA del gruppo. Ottimo il lavoro dietro le pelli ad opera di Bart Groot che si è anche occupato della grafica del disco.
"Otos" comincia nel migliore dei modi: riff di basso saturato al massimo che porta di nuovo l'ascoltatore in un territorio molto vicino ai Russian Circles ma anche agli Isis di "In The Absence of Truth".
"Ziran" è il pezzo finale del disco che chiude il tutto con un comparto noise che potrebbe ricordare i Tool di "Aenema" o Faap de Oiad di "10.000" days, lasciando la voglia nell'ascoltatore di risentire tutto dall'inizio.
In definitiva, gli Shunyata sono consapevoli delle loro potenzialità e non hanno paura di mostrarle.
Un album quadrato, potente e suggestivo che ci fa ben sperare per il futuro della band.
Voto 8/10